Luigi Frappi è un maestro della pittura figurativa. I suoi paesaggi sono monumentali in quanto celebrano la natura e la descrivono imponente e grandiosa, non c’è spazio per la figura umana o per qualsiasi sua emanazione, solo qualche antico rudere che ne testimonia il passaggio quasi ininfluente. Gli elementi della natura trionfano su tutto, dominano e pacificamente non lasciano spazio ad altro. Il paesaggio della dolce Umbria, terra natia dell’artista, si mescola con le ambientazioni del nord Europa, luoghi cari al pittore appassionato ai pescosi specchi d’acqua dolce.
Nel rappresentare la natura morta Frappi è realista senza essere rigoroso, è chiaramente visibile la pennellata che però descrive completamente e con sapienza un peperoncino o una fetta d’anguria poggiati su un piattino, una cipolla o un grappolo d’uva che trabocca da un bicchiere o da una ciotola. Domina il colore ed il silenzio, lo sfondo è sempre molto scuro, quasi nero, e fa emergere con forza la vivacità dei colori. Anche nella natura morta gli elementi “umani”, le abili velature dei bicchieri e dei piatti, sono supporti funzionali alla natura che da “morta” sembra diventare VIVA, sembra che le frutte e gli ortaggi siano saliti da soli sui loro piedistalli ed abbiano preso il centro del quadro.
In tutte le rappresentazioni di Frappi l’unica vera presenza umana è quella del pittore che come un narratore onnisciente descrive e dà vita, l’Arte assume così una connotazione superiore.
Stefano Frascarelli